REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
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BAM: UNA RIVENDICAZIONE SOCIALE E POLITICA
«Jazz died in 1959»: così esordisce Nicholas Payton in un suo intervento del dicembre 2011 dal polemico titolo On Why Jazz Isn't Cool Anymore; l’articolo affronta gli effetti della cultura dominante, bianca e colonizzatrice, all’interno della musica e, nello specifico, all’interno di un genere come quello jazz che nasce e si identifica proprio come black music. Payton, originario di New Orleans, musicista noto a livello internazionale e altrettanto noto, soprattutto negli Stati Uniti, per le sue opinioni in difesa delle lotte antirazziste e per i suoi attacchi all’establishment bianco della musica, della cultura e della vita americana, decide di fondare un movimento musicale in difesa della black music, troppo spesso coinvolta in operazioni commerciali.
Inaugural #BAM Conference NYC 1/5/12 from Nicholas Payton on Vimeo.
Come Payton, altri musicisti in polemica, più o meno forte, nei
confronti dei canoni musicali che dominano il business culturale odierno negli
Stati Uniti e non solo, si sono uniti il 5 gennaio 2012, a New York, presso il
Birdland Jazz Club, per la prima conferenza organizzata dal movimento
denominato BAM (Black American Music). Ad accompagnare Nicholas Payton, alcuni
musicisti di fama mondiale del jazz statunitense, tra cui gli afroamericani Gary
Bartz, Orrin Evans, Marcus Strickland e l’unico bianco: Ben Wolfe.
La nascita del movimento BAM si inserisce all’interno di un momento
preciso della storia culturale degli Stati Uniti, un momento in cui lo show business
coinvolge sempre più la cultura, gli artisti e la creatività afroamericana, per
lo più schiacciandole all’interno di un sistema gerarchico in cui la cultura
bianca sembra sempre avere il primato; questo accade non solo nell’ambito
musicale ma anche in quello cinematografico: si pensi agli intenti politici della
cinematografia di autori come Spike Lee.
La nascita del movimento BAM, intesa in rari casi anche come un
semplice escamotage promozionale, si inserisce invece in una complessa
riflessione socio-culturale che attraversa da anni gli Stati Uniti; qui la
musica jazz è nata come movimento identitario degli schiavi afroamericani a
fine Ottocento, con una precisa connotazione politica e sociale e ha
attraversato gli anni e la cultura americana, diventando un’icona, come accade
con il ruolo attribuito al be bop da autori come Allen Ginsberg e Jack Kerouac
e da tutta la beat generation.
Oggi si assiste a una diffusione della black music nella cultura pop
che si discosta totalmente dal jazz e che sembra annientare il legame
strettissimo tra musica e identità culturale e sociale di un popolo che, ancora
oggi, continua a rivendicare la propria emancipazione partendo dal
riconoscimento della propria identità culturale e quindi anche musicale.
a cura di Marilù Ursi
LOOP FESTIVAL: BAM
MARTEDì 16 MAGGIO
Con Nicola Gaeta [Musica Jazz]
e Michele Casella [Direttore artistico Loop Festival]
@ Cineporti di Puglia / Bari
Padiglione 180, Fiera del Levante
Lungomare Starita, 1
70132 Bari
www.loopfestival.it
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#LoopFestival
INGRESSO GRATUITO