REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
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MARZIA STANO PUBBLICA IL DEBUT ALBUM DA SOLISTA
Abbiamo incontrato Marzia Stano, in arte UNA che sta portando sul palchi italiani il suo nuovo e primo disco Una, nessuna, centomila. Per chi non la conosce ancora o non si ricorda di lei, qualche anno fa è stata presentata sul palco del primo maggio, insieme agli Jolaurlo, come un "gruppo cattivissimo", lei suonavi un sinth e urlava.
Sabato 11 sarà sul palco del Kismet, qui a Bari, per la rassegna “Fuori Tempo”, la si vedrà con una chitarra, e oltre alle tue nuove canzoni forse canterà Ho visto nina volare di De andrè. Marzia, cosa è cambiato?
Forse sono solo diventata più coraggiosa, “urlare” è una manifestazione di rabbia e protesta, ma soprattutto di paura. Tornare all’essenza della canzone e della musica, è stato come andare in giro nuda, mi sono solo sbarazzata della paura del giudizio, prima di tutto il mio che da sempre è il più severo con me. Questa consapevolezza è nata quando ho incontrato UNA, mia cara amica da sempre alla quale non avevo mai dato troppo ascolto fino a un anno fa. Dopo dieci anni sono partita da Bologna e sono tornata in Puglia, a volte abbiamo bisogno di ricordarci da dove veniamo per capire chi siamo e dove vogliamo andare. Sono partita da sola e ho vissuto in una piccola casa vicino al mare, nella stanza solo una chitarra, un giradischi e tanti libri. Rimanere sola con me stessa, mi ha messo in contatto con il circostante, facendomi visualizzare emozioni che il rumore di tutte le cose inutili di cui ci circondiamo, mi hanno sempre impedito di vedere.
Spesso al tuo nuovo disco si accostano molti scrittori, a partire dal titolo, [Una, nessuna, centomila] ma anche all'interno del disco citi Tondelli, che non è propriamente uno scrittore celebre, ti si accosta spesso alla beat generation americana. Quanto influisce sui tuoi testi la letteratura? Cosa leggi in questi giorni in cui sei in tour?
I libri sono sempre stati i miei migliori amici, a volte li preferisco alle persone perché se non li capisci puoi sempre tornare indietro. Non si offendono se temporaneamente li poggi sulla mensola in attesa di un momento più felice per riprendere la lettura. Posso perdermi in loro senza il rischio di essere ingannata, perché la fantasia è già una premessa di partenza. Da piccola mi influenzavano talmente tanto che alcune scelte le ho prese solo perché così avrebbe fatto Arturo Bandini. Ho trovato conforto nella poesia di Alda Merini, quando dovevo metabolizzare un rifiuto sentimentale, mi sono concessa le esperienze più bizzarre perché era così che succedeva nel Tropico del Cancro, ho intrapreso lunghi viaggi da sola perché Hesse mi incoraggiava a farlo. Oggi per le mie composizioni mi lascio influenzare più dalla realtà, così paradossale e bizzarra che non manca mai di stupirmi e meravigliarmi. Il libro che sto leggendo mentre sono in tour è Un giorno questo dolore ti sarà utile, un bellissimo libro che a tratti sembra la versione contemporanea del Giovane Holden.
Parliamo del tuo video [di Contraria, uscito pochi giorni fa] "fatto con i piedi", è un'idea tua? Come l'hai presentato a tutte le altre interpreti del video tra cui ricordiamo Angela Baraldi o Vittoria Burattini dei Massimo Volume? che faccia hanno fatto?
Hanno fatto esattamente la faccia che avete visto nel video. Facce sincere, senza trucco, divertite, libere di esprimere se stesse con ironia e sarcasmo. Soggetto, regia e montaggio sono una mia idea, ma devo tanto soprattutto alle interpreti che si sono prestate a questo gioco e a Maurice Noah che ha curato la post produzione. È stata l’esperienza video più divertente e liberatoria che ho mai vissuto prima, era un sacco di tempo che i miei piedi avevano qualcosa da dire e finalmente con Contraria ci sono riusciti!
A cura di Luca Romano